LE PAROLE CHE FERISCONO I BAMBINI


LE PAROLE CHE FERISCONO I BAMBINI

Quelle parole che sembrano innocue e che invece possono fare  molto male ai bambini e lasciare profonde cicatrici …..

Stupido, brutto, codardo, incapace, imbecille … le parole sono armi e possono lasciare segni nei bambini, come uno schiaffo. Ma spesso chi commette violenza verbale nei confronti dei bambini non se ne rende conto. Può capitare che un genitore molto arrabbiato dica cose che non pensa, oppure che i compagni di classe usino parole offensive per scherzo .…. ma per il bambino  che viene insultato la rabbia non è una scusa sufficiente e le battute non sono divertenti …..

La violenza verbale (così infatti viene definito il genere di aggressione legato all’uso delle parole)  può avere a volte gravi conseguenze e causare danni psicologici a lungo termine, fra cui ansia e altri disturbi emotivo/relazionali.

Per violenza verbale non si intende una singola situazione in cui qualcuno urla contro un’altra persona,  ma la ripetizione continua e costante di parole offensive  che vanno a minare la dignità e il livello di autostima di chi le riceve. Le vittime di violenza verbale spesso non rispondono, anche quando la loro dignità è sotto attacco; e proprio  questa “non risposta” può costituire uno degli effetti a lungo termine di questo tipo di abuso, difficile da cogliere per un osservatore esterno.

Ma dove è collocato il confine tra una punizione  (se necessario anche severa) e la violenza verbale? Dove e fino a che punto il richiamo al divieto o il castigo per averlo trasgredito è corretto ed educativo e non si trasforma in aggressività e violenza psicologica?

Le regole e i possibili divieti possono essere concordate tra genitori e figli ma quest’ultimi spesso non sono in grado di rispettarle. Ed ecco che subentra il divieto, molto importante poiché stabilisce dei confini e diviene fondamentale per una crescita corretta e autonoma al fine di rapportarsi, da adulti, in maniera più adeguata dinanzi ai ‘no’, a possibili frustrazioni, all’accettazione dei propri e altrui limiti. Ma una punizione protratta oltre quello che la gravità della trasgressione fa ragionevolmente pensare, o il tono alto della voce che si trasforma in urla immotivate,o  l’assenza di un dialogo e di una possibilità di riparare o anche un’ammonizione particolarmente crudele possono nuocere gravemente, al punto dai ledere l’autostima del bambino ed essere considerate alla stregua di una violenza.

Altro elemento molto influente e che può provocare ferite emotive molto profonde è il fatto che tali comportamenti vengano ripetuti nel tempo: continue sgridate, offese , prese in giro, impossibilità di dialogo e confronto trasmettono al bambino il messaggio che “vale poco”, che “non è importante”, che “tutto ciò che dice o pensa è stupido”.

Tutto ciò inevitabilmente sfocia  in comportamenti problematici perché  impedisce una corretta maturazione psicologica, cioè una corretta strutturazione di quelle competenze psicologiche che permettono al bambino di autodeterminarsi ed autoaffermarsi.  Ecco quindi rabbia, frustrazione, disinteresse al vita e alle relazioni, chiusura in se stessi, ipersensibilità ai giudizi o ai commenti…. fino anche alla messa in atto, crescendo, di  comportamenti devianti.

Quindi che cosa possiamo fare per trasmettere in modo corretto il disappunto per una regola non rispettata o per punire in modo educativo un comportamento non corretto?

Nel fare il lavoro di genitori ( ciascuno secondo le proprie modalità ed inclinazioni) non dobbiamo mai perdere di vista il fatto che l’infanzia è il momento in cui si costruisce la propria identità. Un’identità piena di “non valgo nulla”, “faccio sempre arrabbiare i miei genitori”, “non faccio niente di buono”, “sono uno stupido”, “sono un disastro” e “mi merito il peggio” impedirà al bambino di costruire una solida autostima.

Quindi è necessario tenere sempre a mente che la violenza verbale durante l’infanzia può avere  gravi conseguenze. A volte i genitori non si rendono conto di proiettare sui figli la frustrazione lavorativa, gli alti livelli di stress, i problemi di coppia o il peso di molteplici responsabilità. Gestire in maniera adeguata le emozioni, essere empatici con i più piccoli e, prima di tutto, imparare a comunicare con loro in modo positivo è indispensabile per aiutarli  a trasformarsi in adulti sicuri, , che si credono capaci e che si esprimeranno in tutto il loro valore.

Le punizioni corporali e le umiliazioni psichiche non insegnano nulla al bambino, anzi aumentano notevolmente lo stress. Bisogna far sbollire la rabbia e trovare metodi alternativi, usando parole dolci per affrontare meglio il problema.