Dagli studi di Cesa Bianchi e altri, si rileva che è troppo sbrigativo parlare di deterioramento senile nella vecchiaia; la sofferenza psicologica dovuta a numerose perdite e frustrazioni (cambiamenti del fisico, separazione dagli affetti familiari, dal lavoro, mancanza di un ruolo nel sociale), anziché essere ascoltata spesso viene sottovalutata, confusa col deterioramento senile e curata come malattia.
E’ così che l’anziano, isolato dal mondo che non ha più bisogno di lui, posto in una situazione di “mancanza”, sperimenta ansia, tenta di reagire organizzando una serie di meccanismi di difesa che esprimono la crisi di adattamento alla vecchiaia. In questa insoddisfazione pochi sono gli anziani che riescono ad esprimere aspirazioni chiare e definite, vorrebbero domandare di essere sostenuti, apprezzati, ma spesso finiscono di ripiegare su se stessi, isolarsi, abbandonarsi ad un’attività fantastica, ad uno stile di vita vegetativo.
Appare utile ascoltare il vecchio, tentare di capire la ferita narcisistica, osservare le sue difese, le croci in cui è rimasto impigliato, piuttosto che limitarci ad attribuire il suo comportamento ai fattori del così detto “deterioramento mentale senile”.
La persona anziana può quindi soffrire di disturbi psicologici come a qualsiasi età, solo che per cultura tendiamo a leggerli sempre come disturbi cerebrali.
Dagli studi sulla psicologia dell’invecchiamento, si parla di una vera e propria “crisi di adattamento alla vecchiaia” che interessa tutte le persone anziane e che produce varie reazioni:
- regressione (si diventa infantili, es. si attendono soluzioni magiche);
- chiusura (non ci si sente più capiti, es. ci si ripiega su se stessi);
- aggressività (si crede che la causa della nostra infelicità sia l’ambiente, es. si diventa intrattabili);
- negazione (non si accettano i cambiamenti del corpo, es. ci si sottopone al lifting);
- proiezione (si forza la realtà facendo dire agli atri cose che pensiamo noi);
- dipendenza da sostanze (si cerca di far cessare la sofferenza psicologica abusando di farmaci e/o di alcool).
Queste reazioni sono normali se durano poco, ma diventano patologiche se cristallizzano.