“Meglio conoscere la persona malata che la malattia della persona”
(Ippocrate)
Chi cura le persone con demenza sa che un farmaco che rallenta la malattia non è sufficiente. Ha bisogno di fare qualcosa per la persona e non solo per la malattia. Anche quando verrà trovata la terapia risolutiva per la demenza, non si potrà rinunciare alla cura delle persone.
Qual è la differenza tra curare ( to cure) e prendersi cura (to care) ?
curare (to cure) : significa fare una diagnosi e stabilire il percorso terapeutico più idoneo per aggredire e sconfiggere …che cosa? Una malattia (complemento oggetto).
prendersi cura (to care): significa ascoltare, accogliere, conoscere … chi? Una persona malata (soggetto) e solo allora fare una diagnosi e ideare un percorso terapeutico che tenga conto anche dei familiari del soggetto malato. E poi ancora stabilire una alleanza terapeutica che abbia al centro una comunicazione semplice, chiara e veritiera senza peraltro dover essere brutale qualora la malattia fosse grave e la prognosi infausta.
Le attività occupazionali e ricreative fanno parte di quell’insieme di interventi definiti non medicamentosi e chiamati psico-sociali che hanno lo scopo di “prendersi cura” della persona malata nella sua globalità mettendola al centro. E‘ proprio questo approccio incentrato sulla persona che si propone come riferimento culturale forte e come credibile alternativa alla posizione medica tradizionale che descriveva la malattia come un fenomeno essenzialmente neurologico e che implicava una deresponsabilizzazione del malato e della sua famiglia trasmettendo ineluttabilità ed impotenza.
Prendersi cura con un approccio centrato sulla persona, quindi, significa considerare i suoi sentimenti e le emozioni, valorizzare il senso di appartenenza e il senso di identità, valorizzare le risorse che può ancora mettere in atto e non i limiti e le abilità ormai perdute, ossia soggettivare la patologia anziché oggettivare la persona .
L’aspettativa del caregiver non deve essere orientata ad una miracolosa ricomparsa della memoria, perchè non è possibile riabilitare in tal senso, ma, accompagnare l’anziano cercando di contenere e/o a gestire la comparsa dei disturbi. Gli interventi sono rivolti agli aspetti più globali che riguardano la cognitività e gli aspetti funzionali, ma anche il comportamento, con l’obiettivo di mantenere il più a lungo le autonomie e una buona qualità della vita del paziente, compatibilmente con la sua condizione clinica.
I DESTINATARI di tali attività non sono solo gli anziani fragili ma anche i caregivers e l’intero sistema familiare. Infatti , la collaborazione in attività finalizzate tra l’operatore e la persona fragile e il famigliare potrebbe aiutare il caregiver ( colui che si prende cura) a migliorare lo sviluppo delle competenze, delle conoscenze rispetto alla patologia e delle strategie relazionali e assistenziali più idonee rispetto ai bisogni espressi, con il conseguente rafforzamento della loro capacità di resistenza. Un ‘altro aspetto importante da tenere in considerazione.
Per riassumere :
Effetti sui malati di demenza
- Effetto coadiuvante delle capacità cognitive e pratiche
- Potenziamento della memoria
- Migliore salvaguardia del grado di autonomia
- Rafforzamento della fiducia in se stessi
- Rafforzamento del senso di appartenenza
- Riduzione dello stress
- Attenuazione dei sintomi comportamentali
- Miglioramento dell’umore
- Soluzione contro la solitudine (socializzazione)
- Netta riduzione del fabbisogno di tranquillanti o di interventi che limitano la libertà personale
Effetti sui famigliari curanti (caregiver)
- Effetto positivo sul benessere
- Arricchimento personale grazie all’instaurarsi di nuove dinamiche
- Acquisizione di idee e soluzioni nuove
- Maggiore fiducia in se stessi e spirito d’iniziativa
- Riduzione dello stress
- Rafforzamento della capacità di resistenza fisica e mentale
Tutte le TECNICHE utilizzate durante le esperienze tengono conto di diversi aspetti: dalla compromissione cognitiva, in relazione alla sensorialità, e/o alle emozioni , e/o al comportamento, ma comunque incentrate sulla persona intesa come individuo unico e irripetibile , sulla sua storia personale e di malattia, attraverso lo strumento principe che è la relazione autentica.