Sostegno relazionale all’anziano

Sapere invecchiare è il capolavoro della saggezza, e una delle cose più difficili nell’arte difficilissima della vita. (Henri Amiel)

L’invecchiare e l’essere vecchi sono un processo ed uno stato caratterizzati da inquietudine per il cambiamento psico-fisico e sociale spesso vissuto dalla persona come minaccia all’efficienza psicofisica ed alla capacità di intrattenere buone relazioni con gli altri. A questo contribuisce anche la nostra società che, più o meno esplicitamente, sollecita chi invecchia a mantenere a tutti i costi e con ogni mezzo agilità mentale e prestanza fisica.

Col passare degli anni la memoria e le altre funzioni intellettive rallentano; l’energia diminuisce mettendo la persona di fronte ad un’immagine di sé che inevitabilmente si discosta da quella delle età precedenti. C’è allora il rischio che il processo di cambiamento sia influenzato soprattutto dal sentimento di perdita dell’autonomia, dell’efficienza fisica, delle funzioni mentali ma anche dei ruoli e degli affetti. Così l’anziano si mette in dipendenza dall’altro, entra nel ruolo passivo di chi chiede continuamente cure, terapie, attenzioni, adottando un vero e proprio comportamento egocentrico. Le reazioni di ognuno a queste dinamiche sono diverse e soggette a variabili ambientali, culturali, economiche e di salute. Insomma, ciascuno invecchia a modo suo..

Ecco perché diventa importante sostenere l’anziano nel periodo finale della sua vita attraverso una relazione d’aiuto autentica offrendo uno spazio di ascolto e confronto dove, a secondo della fase in cui si trova lungo il suo cammino, abbia l’opportunità di essere riconosciuto come individuo che abbia ancora il diritto di esserci per come è capace.