In questo mondo di ladri …

di Orlando Abiuso

Qualche anno prima dell’esplosione dell’inchiesta “Mani Pulite”, che mise in luce le ruberie praticate nel mondo della politica italiana, il cantante Antonello Venditti lanciava, con grande successo di pubblico, la canzone” In questo mondo di ladri” del 1988” che diventò un ritornello  ricorrente sulla bocca degli italiani, quasi un tormentone di popolo.

Questa canzone appare quasi profetica di quello che sarebbe successo in Italia di lì a poco; altre  canzoni di Venditti sono a cavallo di quella fase politico-giudiziaria che prende il nome di “Tangentopoli.” La “questione morale” come esigenza della politica oggi in Italia, non è rinviabile, è diventata argomento di primo piano. “Non si fa politica con la morale, ma nemmeno senza” ha ammonito Andrè Malraux, scrittore  e uomo politico francese. Imbattersi in un candidato politico “galantuomo” è sempre più raro, ma possibile , in rari casi . Ho avuto la sorte di conoscere con i miei occhi un uomo politico molisano galantuomo.

Il senatore del Regno on. Guglielmo Josa, morto novantunenne a Gambatesa nel 1961 , dove era nato nel lontano 1870. Aveva conseguito la laurea in Scienze agrarie a Portici (Napoli) nel 1896; venne chiamato a dirigere la cattedra ambulante di Agricoltura a Campobasso, sede distaccata dell’Università di Napoli che ha diretto per 39 anni. Professore, Accademico dei Georgofoli di Firenze. E stato membro del Consiglio Superiore dell’Economia Nazionale e del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

I suoi sforzi si concretizzarono pure verso l’ovicoltura e la frutticoltura, e d il suo saggio migliore di questi sforzi resta il “frutteto sperimentale” da lui istituito in agro di Gambatesa. In omaggio al suo grande valore tecnico e alla sua integrità di uomo, il prof. Gugliemo Josa nel 1924 fu eletto deputato al Parlamento nazionale, e nel 1928 fu nominato sottosegretario di Stato nel ministero dell’Economia Nazionale. Né si fermò qui la rapida ascesa onorifica, nel 1929 lo troviamo al Ministero  delle Corporazioni e successivamente nel 1931 fu creato Preside della Provincia di Campobasso, chiudendo il suo “cursus honorum” nel 1934, quando per i meriti di uomo e studioso emerito, fu assunto agli onori del laticlavio come senatore del Regno. Oscure manovre politiche sorte in seno al regime, offesero la sua personalità morale di alto profilo, e preferì ritirarsi a vita privata nella sua casa in Piazza Municipio a Gambatesa.

La politica da caffè e da capannello, che nel Molise come ovunque è in fiore, avrebbe voluto che l’on Josa, come uomo di Governo, avesse risolto tutti i problemi che agitavano la vita molisana, come se poi fosse stata sufficiente l’arte del comando, l’intelligenza  e la buona volontà a compiere il prodigio. Comunque, se non ha risolto tutti i problemi, Guglielmo Josa ha fatto molto per la sua terra: solo non si è curato che si sapesse, perché egli era un uomo che rifuggiva dall’attirare l’attenzione ed aveva la melanconica abitudine di vivere a sé. In omaggio al suo grande valore tecnico ed alla sua integrità di uomo, il comune di Gambatesa ha intitolato la scuola media statale in sua memoria. Personalità ancorata ai sani principi, è stato uno dei pochi a rifiutare la pensione di deputato elargitagli dalla Repubblica Italiana.

  • Post scriptum . Perché affiancare l‘immagine dell’On. Guglielmo Josa a quella di Antonello Venditti e la sua canzone “In un mondo di ladri” ?

Non tutti sanno che Antonio Venditti, nato a Roma, ha origini molisane da padre molisano di Campolieto (Campobasso). Pur rappresentando un indiscutibile simbolo della romanità, Venditti non ha mai rinnegato le sue forti origini molisane (pur non dedicando mai alcun brano alla sua terra d’origine). In diverse interviste ha però parlato del Molise come una regione” malinconica e triste”, pur sottolineando il proprio legame con luoghi in cui ha vissuto soprattutto da bambino. “Ero affezionato- ha ricordato Venditti-soprattutto ad un cartello posto dopo un tunnel al confine con la Campania. C’era scritto “Benvenuti nel Molise. Alcuni anni fa l’hanno tolto. E mi è mancato ogni volta che sono tornato”. Per un breve periodo Antonello Venditti è stato anche presidente onorario del Campobasso calcio,  mentre è lodevole il suo impegno personale in occasione del terremoto molisano del 2002 a San Giuliano di Puglia.

Un rapporto di grande affetto quello tra il cantautore, che molti identificano come “Romano de Roma” e il Molise, cui sono legati i suoi ricordi di bambino e nel quale ha ancora tanti parenti e amici .” Profumi e colori di una terra che non ho dimenticato– racconta volentieri-, da ragazzino trascorrevo le mie giornate a Campolieto, a casa dei miei nonni, e mi ricordo un particolare, il frinire delle lucciole. E poi i colori, perché il Molise è una terra piena di luce, un terra che però conoscono solo i molisani e pochi altri, e che potrebbe essere una bella luce per l’Italia”. E’ tornato a Campobasso, Antonello Venditti, 16 anni dopo il concerto che tenne nel nuovo stadio Romagnoli.”.Voglio fare un saluto a tutta “Campuasc’” e a “Campuliet”!

 LA CANZONE “POLEMICA” E LA CANZONE “RITRATTO”

Antonello inaugura alla fine degli anni ’80 un nuovo genere di “canzone politica”, quella che possiamo definire “polemica”. I toni sono più rilassati e ironici rispetto alle “denunce anni 70”.

Molti critici hanno definito queste canzoni “qualunquiste” perchè sembrano indirizzarsi indiscriminatamente verso tutti senza individuare l’obiettivo della polemica. C’è del vero in questa notazione, ma ciò non toglie che alcuni brani di questa fase siano comunque rappresentativi di un’epoca e di un modo di fare musica.

“In questo mondo di ladri” 1988 , inaugura la saga, che troverà un seguito  nel 1995 con “Tutti all’inferno” e “Prendilo tu questo frutto amaro”;

“In questo mondo di ladri” appare oggi quasi profetica di quello che sarebbe successo in Italia di lì a poco. Queste canzoni sono a cavallo di quella fase politico-giudiziaria che prende il nome di “Tangentopoli”.

Venditti c’è e canta delle persone semplici che contrappone a una situazione politica sempre più confusa.