Raffaella Carrà non vola più: la falena “notturna” che ha inventato il “Tuca Tuca” e invitato gli italiani a far l’amore da Trieste in giù.


di Orlando Abiuso.

Una inarrestabile falena notturna, una sirena della libertà di vivere la propria vita come la si vuole. Non usa mezzi termini nella canzone “Tuca Tuca”, sigla televisiva della trasmissione “Tanti auguri”, per sdoganare il corpo femminile usando il linguaggio realistico del corpo umano, impastando e ballando una” danza  del ventre” dalla “A” alla “Z”, per tutti gli italiani, non solo per  un privilegiato Erode  Antipa . La canzone “Tanti auguri” conteneva questi  versi:” Se per caso cadesse il mondo/Io mi sposto più in là/Sono un cuore vagabondo/Che di regole non ha/ La mia vita una roulotte/ I miei numeri tu li sai/Il mio corpo è una moquette/ Dove tu ti addormenterai/Ma girando la mia terra/ Io mi sono convinta che/Non c’è odio non c’è guerra/ Quando a letto l’amore c’è/ Come è bello far l’amore da Trieste  in giù/ Come è bello far l’amore io son pronta e tu?/Tanti auguri a chi tanti amanti ha/Tanti auguri in campagna e in città/Come è bello far l’amore da Trieste in giù/L’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu/E se ti lascia lo sai che si fa/trovi un altro più bello/Che problemi non ha”.

Era un messaggio “Peace and Love” : “Non c’è odio non c’è guerra/Quando a letto l’amore c’è”.

A 78 anni, quando il suo corpo si avviava a riprendere lo “status” di bruco originario dal quale aveva preso  il volo con le ali colorate e splendide per librarsi nel ballo dell’amore, ha taciuto e nascosto al mondo la sua decaduta a terra senz’ali, per far sì che di lei le teche della Rai conservassero solo le immagini luminose e ammiccanti del suo “Tuca Tuca”, evitando  le  immagini di quella umanizzazione del destino comune degli esseri viventi.  Anche se ha virato bruscamente nelle sue ultime disposizioni, chiedendo una semplice bara di legno grezzo e un’urna per contenere le sue ceneri.”  Sic transit gloria mundi!