
di Orlando Abiuso.
Di nuovo, dopo l’orribile strage del “Ponte Morandi di” Genova, dobbiamo costatare che l’avidità dell’uomo corrode la sua fibra morale, come l’umidità e l’usura fanno con i cavi d’acciaio che si spezzano, facendo crollare la struttura che sostenevano. Quanto sta emergendo sulla gestione della funivia di Stresa ha poco a che fare con l’etica che dovrebbe impregnare qualsiasi azione umana, che deve essere sostenuta da un principio morale di responsabilità verso gli altri. Sul Mottarone quel principio morale, stando al clamoroso sviluppo delle indagini, ( con il beneficio del dubbio che sempre deve essere concesso agli accusati sotto indagine ), è stato deliberatamente calpestato. Si è preferito non aspettare che le anomalie dell’impianto fossero riparate, pur di non interrompere un esercizio appena cominciato ad essere attivo. E per farlo, si è dolosamente disattivato il principale meccanismo di sicurezza della funivia, facendo si che dalla riapertura della struttura in data 26 aprile (era rimasta inattiva e senza produrre incassi per molti mesi a causa del Covid) la funivia ha funzionato senza freni per permettere di recuperare i soldi perduti dall’inattività forzata. Ma niente può giustificare la scommessa sulla vita degli altri. Perché di questo si è trattato. Da un punto di vista morale, un scelta disumana che ha sacrificato 14 vittime al dio denaro.. Nella nostra vita quotidiana ci affidiamo costantemente alla tecnologia, quando prendiamo un ascensore, quando saliamo su un aereo, prendiamo una funivia, una metropolitana. Sapendo che, in ogni caso, c’e sempre un freno automatico, un meccanismo di ultima istanza che deve scattare in caso di incidente, impedendo il peggio. La tecnologia più avanzata è venuta in soccorso dei genitori sbadati che dimenticano i figli piccoli nelle auto parcheggiate frettolosamente, rapiti dagli impegni, dagli affari, dal guadagno. E sulla base di questa fiducia nella tecnologia che facciamo tutto ciò che facciamo. Ma noi dipendiamo anche dal fattore umano: dietro ogni tecnica, c’è un uomo che compie scelte in base al suo libero arbitrio; e noi dipendiamo da quello, dalla sua scala di valori, dal rispetto per gli altri che lo anima, dal suo senso del dovere, o dalla sua ingordigia.
Giusto, e mi permetto di aggiungere che chi esercita lavori ad alto rischio per il prossimo deve essere scelto con cura e deve seguire visite periodiche che garantiscono l’incolumità degli utenti.
Eh! Già! progresso regresso.
Ed è sempre l’uomo che rovina tutto. Il senno del poi ormai troppo tardi.