
di Orlando Abiuso.
(Nell’ introduzione delle linee guida per la ristorazione scolastica del Ministero della Salute, viene ricordato che tra i diritti dell’infanzia pronunciati dall’Onu nel 1989, c’è il diritto ad avere un’alimentazione sana e adeguata al raggiungimento del massimo della salute).
“ Cibi pessimi, pietanze fredde, frutta acerba, alimenti di scarsa qualità e insapori” , questi i problemi che un gruppo di genitori della scuola “ A.Toscanini” di Legnano, denunciano, in una lettera inviata alla stampa locale, per chiedere all’amministrazione comunale, in particolare, di non dover attendere altro tempo per “ avere risposte, miglioramenti, cambiamenti drastici…la stragrande maggioranza dei bambini continuano a non mangiare perché i cibi sono di scarsa qualità”. Nell’introduzione delle linee guida per la ristorazione scolastica del Ministero della Salute, viene ricordato che tra i diritti dell’infanzia pronunciati dall’Onu nel 1989, c’è il diritto ad avere un’alimentazione sana e adeguata al raggiungimento del massimo della salute. Nella ristorazione scolastica è fondamentale elevare il livello qualitativo dei pasti, come qualità nutrizionale e sensoriale, mantenendo tutti i principi di sicurezza alimentare. Alla mensa scolastica è affidato un importante compito: promuovere la salute con cibi ottimi, pietanze calde, frutta matura, alimenti di buona qualità e saporiti. I bambini non saranno più inappetenti, ma mangeranno volentieri, e con soddisfazione. Nella mensa scolastica il bambino vive un forte momento di socializzazione con i compagni: impara le buone regole dello stare insieme proprio a tavola, con l’interazione degli amici. I legami amicali si rafforzano al pari di quelli vissuti dagli adulti nei banchetti o nelle cene: il vincolo di amicizia duratura si estrinsecherà in futuro col dire: “ noi abbiamo mangiato insieme”, o si negheranno vincoli di prossimità, dicendo:”noi non abbiamo mangiato mai insieme”.
Il cibo assume valenze che vanno oltre il “semplice” nutrimento: mangiare non è solo una necessità, ma il “mangiare con” assume anche un significato psicologico e può avere effetti sull’umore, sulla socialità, sul piacere di vivere con allegria.