“Elogio del vino, bevanda dalla natura destinata all’uomo, per infondergli l’allegria e curare le malattie”.


di Orlando Abiuso.

[ Bevendo gli uomini migliorano: fanno buoni affari, vincono le cause, son felici e sostengono gli amici.] Aristofane, commediografo greco, 450-388 a.C.

La scuola medica salernitana è stata la prima e più importante istituzione medica  d’Europa nel Medioevo, come tale è considerata da molti come l’antesignana delle moderne università. E’ lungo l’ elenco di ricette mediche che emetteva per i suoi pazienti. “ Bevano il vino gli uomini, gli altri animali alle fonti”, quindi una indicazione di grande attualità oggi: “Se vuoi esser sano, lavati spesso le mani”, ecc. Poeti e narratori, pensatori e artisti di ogni epoca, hanno scolpito aforismi e citazioni di straordinaria forza espressiva sul vino, raccontandoci così attimi di vita. Cecco Angiolieri, poeta senese vissuto tra il ‘200 e il ‘300, ha lasciato questo epitaffio:

 ”Sii benedetto chi per primo inventò il vino, che tutto il giorno mi fa stare allegro”

 Chi ha inventato il vino?

In un libro edito da alcuni anni ” Il vino, l’uomo e la medicina”, ed. Enopanorama, scritto dal medico, prof. Publio Viola, specializzato nella trattazione delle bevande alcoliche, sia dal punto di vista nutrizionale, che dal punto di vista clinico,( prezioso quanto originale libro che per primo tratta in modo organico e scientifico la vasta materia), l’autore vi affronta argomenti che da sempre interessano sia coloro che a questa bevanda si rivolgono per rendere più piacevole e completo il loro pasto quotidiano, sia quelli che a questa sostanza alcolica chiedono un momento di euforia, sia quelli che da esso esigono di essere esonerati e da ogni responsabilità sociale, sia quelli, infine, che vedono nel vino la causa dell’attuale diffusa degradazione umana. L’uso del vino fa parte dell’alimentazione e della storia dell’uomo da oltre 6.000 anni, e durante così lunga vita, esso è stato considerato fonte di gioia, di piacere e di salute, è stato lodato, vilipeso e denigrato. Il vino per i suoi meriti e per le sue colpe e per le sue responsabilità nella genesi di veri o supposti mali fisici e morali, è stato ricordato e menzionato anche nei testi delle principali religioni: nella “Bibbia” è stato citato 450 volte ed è stato ricordato anche nel “Nuovo Testamento” e nel “Corano”.

L’uso delle bevande alcoliche da parte dell’umanità si perde nella notte dei tempi. Come attestano i reperti fossili, la vite cresceva in Europa già all’epoca terziaria, oltre un milione di anni fa. Nel quarto millennio a.C., sia i Sumeri che gli Egizi le conoscevano e le consumavano largamente e possediamo tracce di descrizioni circa gli effetti positivi e gli effetti negativi da esse determinate. Anche la Sacra Scrittura se ne occupa e fissa la scoperta del vino nel 3043 a.C., e , mentre biasima Noè per averci dato la prima, triste, rappresentazione dell’ubriachezza, loda il patriarca per averci insegnato a coltivare  la vite, in quanto “vinum bonum laetificat cor hominum”(Il vino è buono e rende lieto il cuore degli uomini).

La mitologia greca fa risalire invece al 1400 a.C. l’avventura di Stafilo, figlio di Bacco, il quale si accorse che una delle sue capre ritornava all’ovile tardi e particolarmente allegra. La volle seguire e così si accorse che mangiava un frutto sconosciuto fino allora in Grecia: l’uva. La raccolse e ne preparò un succo a cui i Greci dettero poi il nome di “vino”.  La coltivazione della vite, divenuta una cultura tipicamente mediterranea, si diffuse, per vie ancora oscure o non sufficientemente chiarite, in Africa ed in Asia, nel Medio e nell’Estremo Oriente, ed è servita per confermare gli incontri, gli scambi e, forse, gli incroci fra razze, popoli e culture, sin dai tempi più antichi e tra popolazioni geograficamente più distanti. Le contraddizioni ed i pareri contrastanti sul vino e su tutte le bevande alcoliche persistono, pure attenuate nella loro vivacità, anche nell’epoca attuale e rivelano, soprattutto, che nel passato mancava un approccio scientifico sull’attività e sulle funzioni del vino, dell’alcool, cosicchè esse, pur essendo state considerate sempre un prodotto della Natura, è state inserito tra i farmaci da alcuni e fra i veleni da altri.

Il consumo del vino si è andato inserendo nell’area dei consumi alimentari e se ne  andato dimostrando il significato alimentare e la sua importanza nella dietetica clinica. Il vino è e può essere considerato un integratore dell’alimentazione ed anche un alimento quando venga esaminato in relazione al suo contenuto in alcool e sia consumato in quantità adeguata ai bisogni alimentari e nutritivi dell’uomo ( età, sesso,efficienza funzionale e condizioni fisiologiche e patologiche, attività lavorativa, clima). Soltanto affrontando il problema in limiti alimentari e nutritivi e sotto l’aspetto scientifico e clinico di essi, potrà essere evitata sia la restrizione eccessive che i facili ed inopportuni consumi del vino.

Una giusta quantità di vino costituisce un valido complemento del pasto quotidiano che viene reso più appetibile e meglio assimilabile, ma una quantità elevata costituisce un fattore di rischio per una serie di malattie, alcune della quali irreversibili. Oggi sempre più ricerche convergono sull’assunto che il vino rosso, consumato con moderazione, è benefico per la salute: le più interessanti sostanze terapeutiche si trovano nelle parti solide del grappolo- gambi, bucce e acini- che macerano nel succo solo nel   di vinificazione del rosso ( ce n’è un po’ meno nei vini bianchi e rosè). Al pari di altre svariate tradizioni radicate nella medicina popolare, anche questa non si rivela infondata. Quindi, quando definì il vino “la più sana e igienica di tutte le bevande”, Louis Pasteur non aveva torto. Per finire riportiamo  alcuni aforismi o citazioni di poeti,narratori,pensatori, artisti sul vino:

Bevi vino, chè non sai donde sei venuto: sii lieto, perché non sai dove andrai” (Omar Hayyam, astrnomo e filosofo persiano, 1048-1131)                                                                      

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“Chi non ama le donne il vino e il canto, è solo un matto non un santo”

(Arthur Schopanhuer, filosofo tedesco, 1788-1860)

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“Il vino è il più certo e (senza paragone) il più efficace consolatore”

(Giacomo Leopardi, poeta recanatese, 1798-1837)