Scoperta “Cappella Sistina” preistorica nella foresta amazzonica.


(Migliaia di pitture di piante e di esseri umani, decine di animali ormai estinti hanno permesso di datare il ritrovamento a quasi 12.500 anni fa).

di Orlando Abiuso.

Migliaia di anni prima che l’artista italiano  Michelangelo Buonarroti dipingesse a Roma, nel Palazzo Apostolico, la meravigliosa  “Cappella Sistina” realizzata nel periodo del Rinascimento italiano  (l’opera è stata iniziata nel 1508 e finita nel 1512), in Amazzonia, nel cuore della foresta è stata scoperta una “antica Cappella Sistina”  (così l’anno provvisoriamente  definita gli esperti del ritrovamento nella foresta omonima in Colombia),consistente in decine di migliaia di pitture rupestri su pareti rocciose lunghe quasi 12 chilometri, su pareti rocciose lunghe quasi 12 chilometri,  risalenti a quasi 12.500 anni fa. Non ancora i dipinti rupestri delle pareti rocciose amazzoniche hanno  un nome ufficiale, ma viene già accostata all’immenso ciclo di affreschi che Michelangelo realizzo nei Palazzi Vaticani. Le immagini ritraggono mastodonti, antenati del cammello; molti cavalli preistorici, tartarughe, lucertole e uccelli, persone che ballano e si tengono per mano. Uno indossa una maschera che ricorda un uccello con il becco, uomini che saltano da una torre di legno,ecc. Il bisogno di esprimersi e di comunicare attraverso il disegno è insito nell’uomo fin dall’antichità, quando l’uomo primitivo sentì il  bisogno e la necessità di lasciare un segno della propria presenza. Le prime immagini della storia dell’uomo sono state create dai cacciatori dell’Età della pietra. Sulle pareti rocciose delle grotte, su quelle  presenti all’aperto sul territorio di caccia, sui massi di pietra enormi istoriati  come quelle della Val Camonica; i primitivi artisti hanno raffigurato gli animali selvatici che costituivano il loro bottino di caccia. Alcuni studiosi ritengono che queste immagini avessero un fine pratico: servivano  a spiegare come avveniva la caccia. Altri interpretano le grotte dipinte e le rocce istoriate come antuari in cui si sarebbero svolti rituali di primitiva magia propiziatoria. Disegnando sulle superfici rocciose, gli uomini primitivi raccontavano qualcosa della propria vita, comunicavano pensieri e sentimenti, legati al proprio gruppo familiare. La creatività pittorica di questi artisti naif della preistoria, confermano che il bisogno di comunicare è innato nell’uomo sin dalle origini, paragonabili alla nascita e allo stilenaif dei disegni dei bambini. Anche oggi il bambino utilizza il disegno, forma di espressione del suo linguaggio grafico e, con esso,  il bambino parla, rivela sua intima, sia a livello emotivo e affettivo, che cognitivo e relazionale: attraverso il segno, lo scarabocchio, l’omino, l’immagine, si crea un contatto con la realtà fisica, familiare, e sociale in cui il bambino è immerso.

La scoperta dei disegni rupestri della foresta amazzonica è stata fatta un anno fa da una spedizione paloe-archeologica-anglo-colombiana guidata dal professore Josè Iriarte, archeologo dell’Università di Exeter. Occorreranno molti anni per studiare le migliaia di segni e disegni tracciati sulle rocce fino a 10-15 metri di altezza, con inchiostro color terracotta che ha resistito meravigliosamente bene allo scorrere del tempo. Altre immagini ritraggono bradipi giganti; paleo lama, antenati del cammello, molti cavalli preistorici, inoltre elementi naturali, linee e forme geometriche.Grazie alle raffigurazioni di animali estinti, gli scienziati  hanno potuto risalire alla data di creazione dell’arte rupestre; gli esemplari di animali raffigurati sulla roccia sono stati avvistati per la prima volta dai primi esseri umani che hanno raggiunto l’Amazzonia quasi 12.500 anni fa. Il capo della spedizione, l’archeologo colombiano Iriart, ha rilasciato commenti sui disegni rupestri tracciati sul costone roccioso: ”Alcune figure di uomini che sembrano fare bunge jumping da altissime torri di legno, probabilmente in questo modo gli autori del capolavoro artistico avrebbero raggiunto i punti più alti della roccia, a diversi metri di altezza, per dipingere. Un altro aspetto interessante è notare come molti animali siano circondati di piccoli umani con le braccia protese al cielo, come se li stessero venerando. Per i popoli dell’Amazzonia, le piante e gli animali hanno un’anima, con la quale si rapportano agli uomini durante diversi rituali. Vediamo animali che ora sono estinti. Le immagini sono così ben fatte e dettagliate che è semplice capire cosa si sta guardando, ad esempio un cavallo, anche se diverso da quello attuale. Il cavallo dell’era glaciale aveva una faccia selvaggia e pesante. E’ così dettagliato che possiamo persino vedere i crini. E’ affascinante.”