
di Orlando Abiuso.
Il libro-saggio “L’ospite inquietante. Il Nichilismo e i giovani” di Umberto Galimberti
Domandarsi per quale ragione ogni argine morale sembra cedere nella nostra attuale società: a Vicenza si picchia un anziano perché difende una ragazza, e a Colleferro si ammazza un giovane perché difende un amico, e a Caivano si uccide una sorella perché ama?
Quale il senso, la finalità del branco di giovani che sballati di vodka e probabilmente di droghe assortite, che picchiano selvaggiamente- a calci e pugni la vittima mentre era ancora a terra- un invalido civile di 53 anni, che aveva avuto il “torto” di passare per caso vicino al branco nel momento sbagliato, percorrendo in bici una via della metropoli lombarda? L’aggressione in stile Arancia Meccanica, va in scena dopo le 22 a Milano: la vittima (la cui salute è stata compromessa in modo cronico da un “ictus” tanto da essere invalido al 100 per cento) sta rincasando in bicicletta, quando viene avvicinato dai giovani del branco, che si aggirano strafatti, su di giri, e torso nudo nella zona. Uno gli si para davanti e gli blocca la ruota anteriore della bici. Poi lo colpiscono: le botte continuano anche mentre il malcapitato si trova caduto a terra. Lui li implora, dicendo di essere invalido, ma è tutto inutile.
Perché a Busto Arsizio, sputi ed insulti a in disabile di 70 anni, da parte di un gang di sette minori, di età compresa tra i 13 e i 15 anni? I fatti sono accaduti in centro città di Busto Arsizio: il gruppo degli aggressori ha preso di mira l’anziano con urla, insulti e sputi in faccia. Il settantenne era seduto su una panchina, quando è diventato il bersaglio del branco, che gli anche tirato addosso con violenza un panino. Un passante intervenuto per difendere il disabile, a sua volta è stato insultato dalla banda di minorenni.
Il giornalista Antonio Polito, in una attenta analisi sulla “violenza nichilista tra i giovani” apparsa sul “Corriere della sera”, scrive:” quella specie di intimità con il nulla ( nihil in latino) che si sta impadronendo un po’ alla volta di tanti giovani. Che svuotata di valori le loro vite, li spinge a ribellarsi a ogni regola, anche quelle più elementari di umanità, perché tanto non c’è nulla per cui valga la pena… Oggi il nichilismo si accontenta di riempire quelle menti svuotate di valori, con qualche cosa che consenta loro di arrivare fino a fine giornata, che dia almeno un’apparenza lì dove non c’è più senso: che sia il culto del corpo dei fratelli Bianchi di Colleferro, o che sia il senso dell’onore familiare che ha fatto credere a Michele Gaglione di dover punire la sorella Maria Paola; o ancora la cultura predatoria di giovani maschi che si prendono il piacere sessuale con la forza, e puniscono le donne che ne rifiutano il possesso.”
Il filosofo Umberto Galimberti , nel suo libro-saggio: “L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani”, conduce una penetrante e lucida indagine sulla condizione giovanile.” Oggi i giovani stanno male, non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché tra loro si aggira un “ospite inquietante”, quel nichilismo ben descritto da Nietzsche alla fine dell’Ottocento, che “penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui”. In un mondo che funziona esclusivamente secondo le leggi della tecnica e del mercato, i giovani si sentono disincantati e sfiduciati, si scoprono disinteressati alla scuola, emotivamente analfabeti, inariditi dentro……La forza biologica, emotiva e intellettuale dei giovani sfocia così nei fenomeni di devianza giovanile noti alle cronache: il bullismo nelle scuole , la violenze degli ultras negli stadi, l’alcol, l’ecstasy e le altre droghe nelle discoteche, i sassi gettati dal cavalcavia delle autostrade, sino ai gesti più estremi di terrorismo politico, di omicidio e di suicidio”. Il prof. Galimberti immagina una scuola in cui filosofia sia materia di studio sin dalla prima elementare e in cui gli insegnanti tornino ad avere un ruolo centrale. “La scuola non dovrebbe avere solo l’istruzione come scopo. La mente non si apre se non si apre il cuore. Quanti di noi hanno studiato tantissimo alcune discipline grazie al fatto che avevamo insegnanti affascinanti e quanti hanno studiato poco o niente perché detestavano alcuni altri professori? Perchè la scuola funzioni, per prima cosa deve educare che significa riportare all’ordine emotivo e sentimentale. Altrimenti si resta a livello pulsionale. I sentimenti si imparano, sono doti culturali. Le nostre nonne ci raccontavano le storie e in quelle storie vedevano il bene e il male. Dobbiamo reintrodurre la letteratura nelle scuole, confrontarci con il suicidio, con la gioia. Se tu interiorizzi concetti come gioia, suicidio, disperazione, passione, sei educato, ed eviti di fare le cose tragiche a cui assistiamo periodicamente: che razza di società stiamo costruendo?”.