
di Orlando Abiuso.
La pandemia del coronavirus sembra essersi placata alquanto, almeno in Italia. Ma lo spavento provato, non è stato ancora del tutto metabolizzato, in particolare dagli anziani che hanno pagato il prezzo più alto, con più vittime sacrificali, la pandemia venuta dall’oriente. Questo tempo di incertezza, di terra di mezzo, è vissuto ancor più dolorosamente dalle persone anziane; è dovere delle comunità aiutarli a ritrovare la speranza, la strada principale verso la normalità.
Gli anziani sono stati al centro di crisi culturali , psicologiche, cliniche; sono stati maltrattati, discutendo in modo incauto e senza pietà, se dovessero o meno essere posti in seconda linea nelle cure; li abbiamo lasciati soli nelle case, senza che potessero accedere a informazioni sulla loro salute, impietriti dalla paura di essere prelevati da un’autoambulanza, trasportati in altro luogo, quasi in un buco nero da dove non sarebbero più usciti, nemmeno per una preghiera o un ricordo finale. Gli anziani nelle case di riposo si sono sentiti allontanati dai loro cari, lasciati soli, affidati a mani caritatevoli, ma terribilmente lontane, dietro maschere, schermi, protezioni.
Assistendo a questo scenario impietoso, il “pio Enea” sarebbe inorridito, lui che fuggendo dalla sua città in fiamme, si caricò frettolosamente il vecchio padre Anchise sulle spalle, e lo porterà in salvo dalle fiamme, insieme alla moglie Creusa e al figlio Astianatte. Mosso solamente da un sentimento umanissimo, che si chiama “pietà filiale”. I tempi, però, sono cambiati: non esiste più neanche l’amor di patria. Dice la gente:” non c’è più religione”, appunto, quella “pietas” che ci derivava come eredità dalla cultura dell’antica Roma. Si perde il sentimento pietoso, quando viene offuscato dall’egoismo, dall’ansia del guadagno personale, dalla presunzione della scienza che ci inorgoglisce e ci lusinga di farci diventare come Dio; ma ci disumanizza e favorisce sempre meno i valori dell’”essere” e più, i valori dell’ ”avere”.
Se, all’improvviso, non si materializzi il virus della pandemia, che ci rende inermi, ci annienta.