Dalle prime tracce, allo “scarabocchio”…all’”omino”.


di Orlando Abiuso – 3 puntata

Ogni autore ricercatore che si è dedicato all’interpretazione del disegno infantile, ha ricostruito la sua nascita e l’evolversi negli stadi evolutivi dall’infanzia alla preadolescenza. Quando l’alunno, con l’ingresso nella scuola media, viene invitato ad abbandonare il disegno spontaneo ed avviato a quello geometrico e dal vero.

Desmond Morris, famoso zoologo, etologo, sociobiologo inglese, nel suo libro “La scimmia nuda” si è occupato della nascita del disegno nel bambino, ripercorrendo e mettendo a confronto l’evoluzione parallela, fino ad un diverso grado ,delle scimmie antropomorfe e dello scimmione nudo, che si è auto chiamato “homo sapiens”. Ricostruendone le fasi dello stadio di crescita  infantile e la nascita del disegno dei bambini che, “ non hanno niente a che vedere con l’azione del comunicare. Si tratta di un atto di scoperta, di invenzione, di prova di probabilità, graficamente variabile. Il bambino, quando è messo a contatto per la prima  volta con una matita e  un pezzo di carta, non si trova in una situazione promettente. Il meglio che può fare è battere leggermente la matita sulla superficie del foglio.

Questo gli dà una piacevole sorpresa. Il picchiettio provoca qualcosa di più di un semplice rumore; esso infatti determina anche un’espressione visiva. Qualcosa viene fuori dall’estremità della matita e lascia un segno sulla carta. Così viene tracciata  una linea.

E’ affascinante osservare il primo momento di scoperta da parte di un bambino. Egli fissa la linea che ha tracciato, perplesso dall’inaspettato premio visivo determinato dalla sua azione. Dopo aver osservato il risultato per un momento, ripete l’esperimento. Abbastanza sicuro, lo fa per la seconda volta e così di seguito. Ben presto il foglio è coperto di scarabocchi”. Ha inizio la fase dello scarabocchio intenzionale, in cui il bambino verifica un meccanismo di “shock di ritorno” dell’effetto sulla causa o “feedbach”. Col passare del tempo, le manifestazioni grafiche acquistano maggiore forza. Linee staccate e sperimentali, messe sul foglio l’una dietro l’altra, cedono il posto a scarabocchi multipli che vanno avanti e indietro.

Il primo interesse per questa attività compare a circa un anno e mezzo nei bambini, ma è solo dopo i due anni che gli scarabocchi multipli, vigorosi e sicuri, acquistano effettivamente slancio. A tre anni il bambino medio entra in una nuova fase grafica, cioè comincia a semplificare i suoi sgorbi confusi. Da questo eccitante caos, comincia a trarre le forme essenziali. Prima prova a fare delle croci, quindi dei cerchi, dei quadrati e dei triangoli. Intorno al foglio traccia delle linee tortuose che si uniscono tra loro racchiudendo uno spazio. La linea diventa un contorno. Nei mesi successivi, questa forme semplici vengono associate tra loro, in modo da produrre dei semplici disegni astratti. Un cerchio viene tagliato da una croce, gli angoli  di un quadrato sono riuniti da linee diagonali. Questa è la fase vitale che precede le prime vere rappresentazioni pittoriche. Nel bambino, questo passaggio avviene nella seconda metà del terzo anno e all’inizio del  quarto: quando il motivo del “cerchio marcato” precede immediatamente la prima rappresentazione prodotta dal bambino medio . Nell’interno del cerchio viene tracciata qualche linea o macchia e quindi, come per magia, ecco una faccia che fissa di rimando il piccolo disegnatore. A questo punto vi è un lampo improvviso di riconoscimento”, un feedback che introduce la fase cosiddetta dell’ “omino”. Finisce così la fase dell’esperimento astratto, delle forme inventate. Ora bisogna raggiungere un nuovo obiettivo, quello della perfetta rappresentazione.   Così vengono tracciate facce nuove,migliori, con gli occhi,la bocca al posto giusto. Si aggiungono i particolari, capelli, orecchie, naso, braccia e gambe. Nascono altre immagini: fiori, case, barche, automobili”.

E’ avvenuto ormai il passaggio dagli scarabocchi al disegno dei primi “omini, che danno inizio al periodo del  cosiddetto “uomo-sole”, vale a dire un uomo disegnato con una grande testa dalla quale spuntano, a guisa di raggi, braccia e gambe. D’ora in poi è possibile leggere il disegno del bambino, seguire come lentamente emergono le altre parti del corpo umano, di pari passo con la crescente capacità di osservazione del bambino, e nel confronto dei disegni eseguiti nei tempi successivi, con quelli precedenti, si possono notare le parti del corpo umano che compaiono in crescendo e che fanno da spia dell’andamento dello sviluppo e della crescita  del piccolo disegnatore. Da questo momento è  anche disponile il “test dell’omino”, con il quale si potrà valutare il grado di maturazione evolutiva raggiunta, in rapporto al numero di particolari e dettagli che arricchiscono la figura dell’omino: naso, orecchie, bocca, fronte, braccia, gambe, sopracciglia, baffi, testa attaccata al busto tramite il collo, primi accenni d’abbigliamento, e via altri particolari.