Dimmi che cosa disegna e ti dirò che bambino è. L’esperienza del Maestro Orlando Abiuso – 1 puntata


Poca o nessuna importanza viene attribuita dagli adulti ( siano essi insegnanti o genitori) al disegno e alla pittura del bambino, considerati una manifestazione imperfetta, un’esternazione grafo- motoria di un disegnatore in erba. Quasi un tentativo approssimativo o didascalico infantile, nel rappresentare il mondo che lo circonda e la sua vita emotiva.

Con questo giudizio sommario si trascura di incoraggiare un’attività scolastica di grande interesse e profitto per il bambino già dai tre anni, e nel successivo corso dell’infanzia e della preadolescenza; di prendere in esame una quantità enorme di materiale psicopedagogico, che adeguatamente interpretato, può fornire un quadro prezioso all’insegnante, allo psicologo scolastico, al genitore, per meglio comprendere lo stadio dello sviluppo psicoevolutivo del bambino. Le difficoltà che incontra a procedere nella crescita,la qualità e quantità di rapporti che egli vive e intrattiene, che difettano nei confronti dei coetanei, dei parenti e degli adulti in genere.

Attraverso il disegno spontaneo, infatti, il bambino esprime le caratteristiche della sua personalità in evoluzione e in formazione, dà avvio e prende gradualmente coscienza dei primi legami affettivi e sociali che intesse con gli altri: l’attività grafo-espressiva  s’inserisce nel più ampio contesto della disponibilità al gioco rappresentativo attraverso il quale egli partecipa alla realtà dei rapporti con le persone, e li elabora, ed esplora la realtà delle cose circostanti.Il disegno, come le fiabe, si presta ad essere uno strumento di promozione della creatività e della maturazione evolutiva, una spia del loro andamento.

Gli studi dedicati al disegno infantile( meglio dell’infanzia), costituiscono ormai una discreta biblioteca, di autori stranieri come Pierre Duquet, Arno Stern, G.H. Luquet, Marthe Bernenson tradotti da Cesare Golfari e pubblicati in Italia da Armando editore, in una collana diretta dallo stesso Golfari, che per i tipi della Scuola di Brescia, ha dato alle stampe anche il suo notissimo libro:”Il disegno nella pedagogia e nella scuola”, 1963.

Fondamentale, poi, il testo di D. Widlocher, edito da Armando editore, nella collana medico- pedagogica diretta da Giovanni Bollea, dal titolo “L’interpretazione dei disegni infantili”. Quindi gli americani V. Lowenfeld e Lambert Brittain che hanno dato notevole contributo all’argomento con il testo “Creatività e sviluppo mentale” , edito da Giunti-Barbera nella collana Internazionale di Psicologia, e più recentemente J.H.Di Leo con “Il disegno dei bambini come aiuto diagnostico”, 1980 edizioni Giunti-Barbera, Firenze,che ha fornito un sussidio in più a quanti vogliono comprendere il disegno dei bambini.

 In Italia, oltre al già citato impegno di Cesare Golfari, hanno dedicato studi sull’analisi del disegno infantile Ada Fonzi, dell’università di Torino con “Disegno e linguaggio nel bambino”;Mantovani con “Il mondo pittorico infantile” edito da La Scuola di Brescia; Morino Abele F. con “Interpretazioni psicologiche del disegno infantile” ed. O.S. Firenze ed altri.

Un libro organico sulla materia è stato scritto da Anna Oliverio Ferraris, psicologa dell’età evolutiva dell’Università di Roma, dal titolo “Il significato del disegno infantile” 1973, della serie di Psicologia e Psichiatria della casa editrice Boringhieri.

Un invito, quindi,a quanti sono interessati all’educazione dei bambini, a prestare maggiore attenzione al linguaggio del loro disegno, promuovendo maggiore  spazio a questa attività scolastica,e autopromuovendosi con la partecipazione a corsi specifici che abilitino alla comprensione del disegno spontaneo dei propri alunni , maturando così un atteggiamento consapevole e tecnico alla decodificazione dello stesso.

Seguiremo ad occuparci dell’argomento in più puntate, seguendo il filo delle varie tappe e conquiste evolutive, che con questa produzione espressiva del bambino, valutata con un’indagine psicopedagogica competente, permette di conoscere e di seguire.